Cuculo

Il cuculo è un uccello migratore, sverna nell'Africa tropicale e meridionale ed è diffuso in tutta Europa, in Asia e quasi in tutta l'Africa. In Italia è estivo, nidificante e di passo.

Ha una lunghezza di 32÷34 cm e pesa 105÷130g.La coda è lunga e le ali piuttosto appuntite ed affilate (apertura alare di 55÷65 cm), ha il capo e petto grigi, le sue parti inferiori sono bianche con barre; in volo qualche volta viene confuso con lo Sparviero. La femmina talvolta è rosso-bruna con barre su tutto il corpo.

I cuculi prendono nome dal grido inconfondibile con cui annunciano il loro arrivo in primavera. In realtà, solo il maschio lo emette, mentre la femmina ha una lunga nota gorgogliante.

Questo uccello abita le foreste miste luminose dove abbonda il sottobosco. Ha un volo diritto con rapide battute; prima di posarsi, su alberi e rocce, plana.

Si alimenta di numerose specie di insetti, molti bruchi pelosi scartati da altri uccelli (processionarie), nonché ragni, molluschi, vermi e qualche vegetale.

I cuculi sono ben noti per la loro strana abitudine di essere dei parassiti dei nidi altrui. Infatti la femmina colloca, da maggio a giugno, un uovo per volta, a giorni alterni, poiché ciascun individuo è parassita di una sola specie, nei nidi di altre specie di uccelli (circa cinquanta), soprattutto di capinere, forapaglie, ballerine ed averle; le uova deposte assomigliano spesso per dimensioni e colore alle uova dei genitori adottivi. Le uova, da 1 a 20 ma solitamente 9, si schiudono dopo 12 giorni e mezzo. I giovani cuculi nascono perciò contemporaneamente o addirittura prima dei compagni di nido.

Con un impulso istintivo i nuovi nati spingono fuori dal nido le uova o la prole dei genitori adottivi, sbarazzandosi in tal modo dei concorrenti e rimanendo unici padroni del nido. I nuovi genitori continueranno a nutrirli lo stesso, guidati dall'istinto naturale.

Capita spesso, mentre si parla di persone anziane o di cose vecchie, smesse o in cattivo stato, di dire: "Vecchio come il cuculo". Questo modo proverbiale è probabilmente legato alla convinzione, molto diffusa nelle campagne, che il cuculo viva un numero incalcolabile di anni. A far credere questo sono le carni dell'uccello, stoppose e coriacee, proprio come quelle di un vecchio animale. La vecchiaia del cuculo è anche all'origine delle presunte capacità divinatorie. Il suo canto è ritenuto profetico, capace d'indicare la buona e la cattiva sorte.

Dal numero dei suoi canti le fanciulle facevano auspici su quanti anni mancavano al matrimonio, e le persone anziane quanti ne mancavano alla morte. A tal proposito, in Romagna, a seconda dei casi, si dice: "Cuculo dalla bella voce, quando mi farò sposa?", oppure, "Cuculo, bel cuculo d'aprile, quanti anni ho prima di morire?".

Un'altra tradizione collegata al suo incessante canto, vuole che nel preciso momento nel quale lo si sente per la prima volta, all'inizio della stagione, si debbano avere degli spiccioli in tasca. Non averne, infatti, è segno di miseria in arrivo. Il parassitismo del cuculo ha generato il detto "Fare come i cuculi", che in Romagna significa dar consigli a destra e a manca, senza tuttavia essere in grado di risolvere i propri problemi.

Se per conoscere il futuro dai cuculi è necessario contarne i canti, per essere baciati dalla fortuna è sufficiente vederli da vicino, a condizione che non siano intenti a bere, nel qual caso, sarete inesorabilmente colpiti dalla sfortuna più nera.

L'arrivo del cuculo dalla migrazione invernale era una data importante, sulla quale, nelle campagne, ci si basava per programmare molte operazioni agricole. A Bologna si diceva che "Quando canta il cuculo, c'è da fare per tutti", cioè iniziano i lavori agricoli.

L'arrivo di questo uccello era previsto per i primi giorni d'aprile, e quando tardava ci si preoccupava: "Il due o il tre d'aprile, il cuculo ha da venire. L'otto, se non è venuto, o che è morto, o che è cotto". Nel Bolognese, a chi è ardito con le parole, ma non lo è poi nei fatti, si dice "Come il cuculo, tutta voce e penne". Questo volatile è infatti un gran chiacchierone: il maschio, una volta stabilitosi in un certo territorio, trascorre, ad esempio, ore e ore a ripetere incessantemente il suo cu-cù .

All’Oasi della Bruschera è comune ed è facilmente avvistabile seguendo il tipico canto.

Nome scientifico: Cuculus canorus
Nome inglese: Cuckoo
Ordine: Cuculiformes
Famiglia: Cuculidae